Il rischio sismico in Italia: la mappa delle zone a rischio

venerdì, 08 settembre 2017
Come confermano gli eventi sismici dello scorso agosto, il territorio italiano non è estraneo al terremoto. Non è infatti una novità che il Bel Paese sia caratterizzato da un elevato rischio sismico con connessa pericolosità, da un'altrettanto elevata vulnerabilità e, non ultima per importanza, da un'alta esposizione. Ma che cosa s'intende quando si afferma che l'Italia possiede un territorio con elevata vulnerabilità e alta esposizione? Cerchiamo di fare chiarezza.
 

Rischio sismico: pericolosità, vulnerabilità ed esposizione.

Prima di rispondere al quesito posto sopra è doveroso precisare che la forza e la ripetitività con cui si manifesta ogni singolo terremoto, la stessa che tecnicamente viene definita sismicità, è una peculiarità fisica del territorio. Pertanto, a causa dell'orogenesi delle Alpi e degli Appennini l'Italia è un Paese a forte rischio sismico; questo perché ogni processo orogenetico ha dato vita a giganteschi sistemi di faglia che percorrono i rilievi in lunghezza. È dunque in corrispondenza delle faglie che si sono originati gli eventi sismici più rilevanti.

La penisola italiana ha un territorio a un rischio sismico medio-alto. Oltre a ciò, come già accennato sopra essa si caratterizza anche per l'elevata vulnerabilità, data dalla scarsa resistenza dei suoi immobili e delle sue infrastrutture. A questo si aggiunge infine l'alta esposizione. Quest'ultima è causata dal fatto che il territorio della penisola risulta densamente abitato e con un ricco patrimonio artistico, storico e monumentale. Detto altrimenti: il pericolo elevato di terremoto a cui è esposta la penisola italiana si deve stimare sia in termini di possibili vittime che in termini di rischio di crollo o danni agli immobili.

La pericolosità sismica dell'Italia.

Grazie alla diffusione di appositi strumenti sismici, dalla fine del secolo XIX secolo ad oggi è stato possibile dare impulso agli studi sulla pericolosità sismica. A rafforzamento della ricerca, nel XX secolo sono arrivate anche le cosiddette reti di monitoraggio. In ogni caso, all'atto pratico gli studi sulla pericolosità sismica hanno trovato largo impiego più che altro negli ultimi anni, concretizzandosi in approfondite analisi sia regionali che territoriali. Lo scopo? Catalogare la pericolosità in relazione alla classificazione sismica e rintracciare la pericolosità locale individuando le zone a rischio su scala comunale. Gli strumenti in questione sono risultati particolarmente importanti nel caso di terremoto, dal momento che fanno sì che ogni singola amministrazione abbia le indicazioni utili per un'efficiente pianificazione urbanistica.

La valutazione della pericolosità può avvenire impiegando un metodo deterministico o un metodo probabilistico. Il secondo procedimento è quello più usato e prevede che nel territorio siano individuate le cosiddette zone sismogenetiche, ovvero quelle responsabili degli eventi sismici. Ancora, lo stesso metodo prevede che venga altresì quantificato il grado di attività sismica delle zone sismogenetiche. Infine, relativamente alla distanza dall'epicentro esso prevede che vengano calcolati gli effetti provocati sul territorio dalle zone sismogenetiche. A tal riguardo sorge spontanea una domanda: quali sono le zone dello stivale ad alta pericolosità sismica?

Zone di alta pericolosità sismica

Da secoli, la penisola italiana è salita alla ribalta come uno dei territori più soggetti al terremoto. Le zone a più altro rischio sismico sono quelle che si trovano ad est delle Alpi e quelle situate nel centro-sud, sulla catena appenninica. Sono invece a un basso rischio l'isola di Sardegna, le aree del medio Tirreno e le zone alpine e prealpine rimanenti. In soldoni le regioni più esposte sono la regione Umbria, la regione Abruzzo, il Molise, la regione Campania, la Basilicata, la Calabria, il Friuli e l'isola di Sicilia. Tutti territori che nel corso dei secoli sono stati protagonisti di eventi sismici disastrosi, primo fra tutti il terremoto che colpì Messina e Reggio nel 1908. Vero è che la terra non ha mai smesso di ruggire, soprattutto negli ultimi anni. Dall'Aquila alla provincia di Modena e a quella di Ferrara, da Amatrice ad Accumoli e Arquata del Tronto, dalla provincia di Macerata a Norcia e Preci si giunge all'ultimo evento sismico, quello che il 21 agosto scorso ha colpito l'Isola di Ischia. Si tratta di terremoti che hanno lasciato il segno, impronte di polvere e dolore che possono essere ridimensionate con lo strumento della prevenzione.

 

Strumenti di prevenzione
 
È solamente da un decennio che l'Italia dispone di uno strumento più che efficace ai fini della prevenzione; è mappa interattiva tratteggiata dall'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, in collaborazione con l'Esri. Ma, come ha denunciato Giovanni Caprara sulle pagine del Corriere della Sera, non tutte le Regioni del Bel Paese hanno provveduto a recepire la mappa come dovrebbero. La carta- ha dichiarato al Corriere il geologo responsabile del Centro Pericolosità Sismica Carlo Meletti - nasce dall'attenta valutazione scientifica dei dati storici, dalla loro frequenza e dalla loro intensità. Ma che cosa esprime la mappa? Essa rivela le scosse attese in ogni zona dello stivale. Ovviamente si tratta di uno strumento da consultare in fase di progettazione edile. Oltre alla carta, utile strumento di prevenzione per le amministrazioni pubbliche e non solo, il cittadino può altresì ridurre notevolmente il peso dei danni da terremoto con un'assicurazione casa che lo tutela dalle calamità naturali.


L'assicurazione casa uno strumento che tutela il cittadino dal terremoto
 

Oggi coloro che in Italia si avvalgono di un'assicurazione terremoto sulla casa risultano essere ancora una percentuale irrisoria. Tuttavia, farlo equivale a garantire a sé e alla propria famiglia tutta la tranquillità economica di cui si abbisogna quanto si viene colpiti da un evento così grave.
Con Esedra, il broker più che qualificato nelle polizze per il terremoto, potrai però garantire alla tua casa tutta la protezione di cui necessita.
La copertura proposta, grazie a una convenzione assicurativa con una compagnia inglese leader nel settore, rimborsa e copre i danni alle abitazioni per un valore pari al 100% del valore assicurato.
Una e vera e propria novità, visto che le compagnie italiane garantiscono solamente il 50% del valore assicurato.
Una copertura post sisma importante, dunque, che permette all'assicurato anche di ricostruire ciò che andato distrutto.


Esedra offre altresì a ogni cittadino una consulenza assicurativa gratuita e altamente professionale. Chiunque voglia stipulare una polizza o prendere informazioni per garantire protezione alla propria abitazione può quindi far riferimento a Esedra recandosi in una delle sue sedi presenti in Lombardia. A Milano e a Lecco l'utenza verrà accolta da un team altamente competente e sempre disponibile a fornire la migliore assistenza possibile. L'ufficio lecchese di Esedra è ubicato al numero 63 di via Lorenzo Balicco, mentre quello milanese si trova al numero 19 di via Emilio Cornalia. Entrambe le sedi sono raggiungibili anche telefonicamente ai numeri: 02 45472330 (sede di Lecco) e 02 45472300 (sede di Milano).
E' inoltre possibile contattare Esedra compilando l'apposito form reperibile nel sito del broker all'indirizzo:
http://www.assicurazioniterremoto.it/preventivo.php?pag=572&l=Richiedi+un+preventivo

Ogni richiesta sarà evasa da uno degli esperti Esedra nel più breve tempo possibile. Sarà infatti cura dello staff contattarti entro 24 ore dalla ricezione della richiesta.

Aggiungi al tuo calendario   2017-09-08 2017-09-08 38 Il rischio sismico in Italia: la mappa delle zone a rischio Come confermano gli eventi sismici dello scorso agosto, il territorio italiano non è estraneo al terremoto. Non è infatti una novità che il Bel Paese sia caratterizzato da un elevato rischio sismico con connessa pericolosità, da un'altrettanto elevata vulnerabilità e, non ultima per importanza, da un'alta esposizione. Ma che cosa s'intende quando si afferma che l'Italia possiede un territorio con elevata vulnerabilità e alta esposizione? Cerchiamo di fare chiarezza. Rischio sismico: pericolosità, vulnerabilità ed esposizione.Prima di rispondere al quesito posto sopra è doveroso precisare che la forza e la ripetitività con cui si manifesta ogni singolo terremoto, la stessa che tecnicamente viene definita sismicità, è una peculiarità fisica del territorio. 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Detto altrimenti: il pericolo elevato di terremoto a cui è esposta la penisola italiana si deve stimare sia in termini di possibili vittime che in termini di rischio di crollo o danni agli immobili.La pericolosità sismica dell'Italia.Grazie alla diffusione di appositi strumenti sismici, dalla fine del secolo XIX secolo ad oggi è stato possibile dare impulso agli studi sulla pericolosità sismica. A rafforzamento della ricerca, nel XX secolo sono arrivate anche le cosiddette reti di monitoraggio. In ogni caso, all'atto pratico gli studi sulla pericolosità sismica hanno trovato largo impiego più che altro negli ultimi anni, concretizzandosi in approfondite analisi sia regionali che territoriali. Lo scopo? Catalogare la pericolosità in relazione alla classificazione sismica e rintracciare la pericolosità locale individuando le zone a rischio su scala comunale. 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A tal riguardo sorge spontanea una domanda: quali sono le zone dello stivale ad alta pericolosità sismica?Zone di alta pericolosità sismicaDa secoli, la penisola italiana è salita alla ribalta come uno dei territori più soggetti al terremoto. Le zone a più altro rischio sismico sono quelle che si trovano ad est delle Alpi e quelle situate nel centro-sud, sulla catena appenninica. Sono invece a un basso rischio l'isola di Sardegna, le aree del medio Tirreno e le zone alpine e prealpine rimanenti. In soldoni le regioni più esposte sono la regione Umbria, la regione Abruzzo, il Molise, la regione Campania, la Basilicata, la Calabria, il Friuli e l'isola di Sicilia. Tutti territori che nel corso dei secoli sono stati protagonisti di eventi sismici disastrosi, primo fra tutti il terremoto che colpì Messina e Reggio nel 1908. Vero è che la terra non ha mai smesso di ruggire, soprattutto negli ultimi anni. Dall'Aquila alla provincia di Modena e a quella di Ferrara, da Amatrice ad Accumoli e Arquata del Tronto, dalla provincia di Macerata a Norcia e Preci si giunge all'ultimo evento sismico, quello che il 21 agosto scorso ha colpito l'Isola di Ischia. Si tratta di terremoti che hanno lasciato il segno, impronte di polvere e dolore che possono essere ridimensionate con lo strumento della prevenzione. Strumenti di prevenzione È solamente da un decennio che l'Italia dispone di uno strumento più che efficace ai fini della prevenzione; è mappa interattiva tratteggiata dall'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, in collaborazione con l'Esri. Ma, come ha denunciato Giovanni Caprara sulle pagine del Corriere della Sera, non tutte le Regioni del Bel Paese hanno provveduto a recepire la mappa come dovrebbero. La carta- ha dichiarato al Corriere il geologo responsabile del Centro Pericolosità Sismica Carlo Meletti - nasce dall'attenta valutazione scientifica dei dati storici, dalla loro frequenza e dalla loro intensità. Ma che cosa esprime la mappa? Essa rivela le scosse attese in ogni zona dello stivale. Ovviamente si tratta di uno strumento da consultare in fase di progettazione edile. Oltre alla carta, utile strumento di prevenzione per le amministrazioni pubbliche e non solo, il cittadino può altresì ridurre notevolmente il peso dei danni da terremoto con un'assicurazione casa che lo tutela dalle calamità naturali.L'assicurazione casa uno strumento che tutela il cittadino dal terremoto Oggi coloro che in Italia si avvalgono di un'assicurazione terremoto sulla casa risultano essere ancora una percentuale irrisoria. Tuttavia, farlo equivale a garantire a sé e alla propria famiglia tutta la tranquillità economica di cui si abbisogna quanto si viene colpiti da un evento così grave. 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A Milano e a Lecco l'utenza verrà accolta da un team altamente competente e sempre disponibile a fornire la migliore assistenza possibile. L'ufficio lecchese di Esedra è ubicato al numero 63 di via Lorenzo Balicco, mentre quello milanese si trova al numero 19 di via Emilio Cornalia. Entrambe le sedi sono raggiungibili anche telefonicamente ai numeri: 02 45472330 (sede di Lecco) e 02 45472300 (sede di Milano). E' inoltre possibile contattare Esedra compilando l'apposito form reperibile nel sito del broker all'indirizzo: http://www.assicurazioniterremoto.it/preventivo.php?pag=572&l=Richiedi+un+preventivoOgni richiesta sarà evasa da uno degli esperti Esedra nel più breve tempo possibile. Sarà infatti cura dello staff contattarti entro 24 ore dalla ricezione della richiesta. Location of the event Esedra Broker info@vipsrl.com false DD/MM/YYYY

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